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LURE BUILDING & LURE FISHING AROUND THE WORLD

martedì 17 aprile 2012

TERRE ROUGE, MADAGASCAR - NOVEMBRE 2009

Un piccolo paradiso sul lato non contaminato dal turismo di quella nota isola.... già dalla sistemazione ci si rende conto che è la natura che domina sovrana:

 



... ma niente paura, i confort ci sono tutti, ben mascherati, dai bagni, alle docce, al buon cibo...
Anche in mare la natura è incredibile:





 .. ma ovviamente a noi interessano i pesci, una gran varietà sia a jigging che popping, e una quantità di abboccate certi giorni imbarazzante:










 





Ma uno dei ricordi più ghiotti è quello delle mangiate a base di granchi e aragoste da leccarsi i baffi!!

Info: alleslures@yahoo.it

CUBA, DO IT YOURSELF - SETTEMBRE 2009

Nasce questa volta come un viaggio tranquillo, la classica ( più o meno ) settimanuccia con mogli in un hotel con mille comodità, in cui parcheggiare le consorti e ritornare a sera per dormire, mangiare e rilassarsi dopo la pescata.
La mia paziente metà individua un hotel a Cayo Coco come meta ideale, nonostante la distanza dagli aeroporti serviti dall'Italia, e, con un giro di telefonate ad alcune agenzie sveglie fissiamo il volo .. un po' più di casino per il transfer Havana-Cayo, ma le telefonate giuste a Cuba ci permettono di noleggiare una buona macchina ad un prezzo accettabile, cosa impossibile tramite agenzia.
Così in breve, atterriamo nel Caribe, superiamo con somma pazienza la burocrazia locale ( noi italiani siamo dei dilettanti al confronto ), stipiamo di tubi e valigie il "potente mezzo" e ci incamminiamo per l'"autopista" in direzione orientale.
La strada dritta e regolare ci mette sempre il dubbio, siamo a Cuba o dove?

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Ma è facile trovare un promemoria ogni pochi chilometri:

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I mezzi in circolazione sono pochi, l'ispessirsi ultimo della crisi economica fa vedere i suoi effetti e il traffico è inesistente, i paesaggi scorrono mutevoli per i 500 km circa che ci separano da destinazione.

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Fatta una pausa veloce di rifornimento e stretching...

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... si riprende a macinare chilometri, ma cupe nubi si addensano all'orizzonte..

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Finisce l'autostrada e si percorrono stradine ove ormai conosco pure i buchi, e meno male visto che in qualcuno sparirebbe pure una piccola utilitaria.

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Al''imbrunire inizia a piovere e siamo ancora lontani

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Arriveremo a notte fonda con poca voglia di fotografare l'hotel e tanta voglia di pescare il giorno dopo.

Invece il giorno dopo, come consuetudine di molti tramaccini cubani, il famoso "capo della pesca" non si presenta e passiamo alcune ore a trovare noi i contatti giusti, dribblando un paio di fregature in agguato e perdendo quasi in toto la prima giornata utile; quadriamo per uscire domani, e, visto che ancora non è buio, quattro lanci da riva con attrezzi light ci stanno, per iniziare il collega ai pesci locali.
Dopo un po' di pesciame attacco un baby tarpon, mi faccio da parte e dico a Grunf di lanciare lui... due slamate e poi l'attacco giusto, solita sequela di piroette e esce un sardoncino simpatico sulla falcon da spigole:

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...E finalmente siamo in barca, il caldo è da paura, pure l'acqua scotta o quasi e la pesca in acque basse riserva poche soddisfazioni..

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...luoghi bellissimi....

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.... compagnia simpatica...

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.... ma pochi avversari interessanti:

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Il giorno dopo si leva il mare, dopo il temporalone notturno, e ripieghiamo su due lancetti da terra

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Le fasi di marea sono tutto, dato che qui il flusso si fa sentire:

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Giornatina tranquilla, e un paio di pargos ci seguono in hotel per essere affidati alle mani sapienti dell'amico cuoco.
E rieccoli al forno con verdurine e olive, tra l'invidia degli ospiti canadesi..... ma non vorrete mica che ci buttiamo sull buffet "internazionale" ?! Siamo Italiani di palato fino noi!

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... anche se una sera organizziamo una variazione sul tema gastronomico a casa di amici, era doveroso:

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Il terzo giorno e i successivi si svolta, prua offshore e andiamo a jiggare in acque più fresche tra i 60 e i 150 metri con catture varie e di tante specie diverse:

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L'amico, prima perplesso, ci prende gusto a tirare:

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lo spike ne esce un po' provato:

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Le catture continuano....

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e alcune ce le scippano..... ma uno dei colpevoli si lascia fregare:

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... altro "dentone":

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Vabbè, la pesca è finita e si torna in albergo per un po' di meritato relax.... cin!

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Insomma una faticaccia, toccata e fuga, dura soprattutto alla luce di quei fiumi di birra, daiquiri, mojitos e piña colada che ci hanno minato un po'.
Info: alleslures@yahoo.it

sabato 14 aprile 2012

FISHERMAN GT GAME T-RS IN NUOVA CALEDONIA

Uno dei tanti piccoli filmati che abbiamo in serbo.... non tutto c'è stato sul DVD, anzi.
Io adoro questa canna, curva e potenza eccezionali!


           

sabato 7 aprile 2012

LA PAGINA DEI VIAGGI ....

Il blog si arricchisce di una pagina coi report dei nostri ultimi viaggi, per tenerli organizzati per chi vuole vederli, ricordarli o, soprattutto per chi è interessato a unirsi a noi per i prossimi....


Per accedervi basta cliccare "REPORTS DI VIAGGIO" nei contenuti della barra laterale... oppure il link è questo: http://thevagabondfisherman.blogspot.it/p/reports-di-viaggio.html
Altre novità in arrivo presto...

domenica 1 aprile 2012

JIGGANDO PIANO .....


Per molti non sarà una novità, ma è un fatto che la tendenza più appariscente nel panorama del jigging in Giappone è il fiorire di modelli corti dedicati ad una pesca più rallentata. Tutto ciò è frutto in buona parte dell'assuefazione dei pesci a quei movimenti rapidi che avevano caratterizzato il vertical dei primi tempi... mi dica chi di voi non ha visto un forte decremento delle catture a jig soprattutto nel nostro vecchio Mediterraneo.
E' ovvio che in condizioni di rifiuti categorici, visibili su un buon eco, e mancati attacchi alle presentazioni classiche bisogna rifinire le tattiche; una scappatoia l'ha rappresentata l'inchiku, ma non è che entusiasmi tutti, oltre a non essere la panacea di ogni caso.
E non si creda che sia un problema limitato alle acque del Mare Nostrum o dell'estremo oriente; tante volte ho notato simili fenomeni in acque tropicali piuttosto famose, dal Madagascar alle Maldive per fare un paio di nomi, i pesci se ne fregano dei nostri pezzi di metallo pur essendo presenti sotto di noi.
Lo scenario che però prima richiedeva a noi di adattarci con pochi modelli di jigs non specificamente concepiti, adesso invece trova una miriade di nuovi giocattoli; a Osaka ho visto decine di modelli nati per presentazioni lente, dagli Zigray e GreatRay di Beat,


al Gawky di Seafloor Control,

agli Strobe e Flash di Shout



e molti altri.
Per essere animati a dovere preferiscono l'uso di canne lunghe, oltre le misure canoniche del vertical aggressivo, capaci di dare vita a quei pezzi grassocci di metallo anche con jerkate piccole e brevi e successive ricadute; si parla anche di attrezzi da 7 piedi e oltre, delicati in vetta ma col giusto backbone dietro.
Mi è venuto da sorridere alla fiera di Bologna, quando, guardando un bel modello di jig della Hot's, un esperto tropicalista mi ha detto che non andava bene perchè ci impiegava troppo tempo a scendere... mentre invece era proprio quello che cercavo io.. punti di vista differenti da esperienze diverse ;)


Già, infatti la lenta discesa è un must, è una fase che troppo spesso in passato è stata sottovalutata, mentre gran parte del primo richiamo viene esercitata proprio in caduta; tra i nuovi jigs ve ne sono che scendono sfarfallando e altri che lo fanno con lunghi traversoni laterali, anche su queste caratteristiche si notano spesso delle differenze di rendimento. Il rovescio della medaglia è ovviamente il tempo necessario per arrivare nella parte di colonna d'acqua ove stanno i nostri avversari, ma si sa che il pescatore dovrebbe essere paziente.