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domenica 16 agosto 2015

UNCOMMON TARGET: WAHOO

Non c'è dubbio, adoro il wahoo, forse uno dei pesci di mare che più mi affascina per l'imprevedibilità con cui appare a scipparci i jigs, e più raramente, le esche di superficie.
E' una preda abituale dei trainisti, spesso capita su attrezzature sovradimensionate armate per altri pelagici, ma le sue corse veloci si fanno sempre apprezzare.
E' anche un pesce molto diffuso e abbondante in gran parte dei mari tropicali, anche se con le nostre tecniche preferite è molto insolito poterlo insidiare come bersaglio principale.
Capita qui e là, più spesso che no recidendo il finale con quella bocca armata di denti così taglienti da non lasciare speranze a tutto ciò che non sia metallico.... ecco perchè forse è poco amato e poco conosciuto, spesso non ci rendiamo nemmeno conto di averlo incontrato, unico indizio il filo tagliato... barracuda? king mackerel? squalo?
Onestamente rappresenta per me un po' un feticcio, attacchi rapidissimi che lo portano a volte parecchi metri sopra la superficie dell'acqua se avvengono in topwater, fughe dalla velocità incredibile per le "solite" prede, la sua tendenza a imbrancarsi e la taglia spettacolare che può raggiungere. Sì magari alle Maldive siamo abituati a quei pesciotti di qualche chilo che si fanno fregare ripetutamente dalle lenze in traina durante gli spostamenti, ma in realtà questo sgombro sotto steroidi passa gli ottanta chili.... questo sotto è l'attuale record proveniente da Cabo San Lucas:


Vabbè, basta chiacchere... ho collezionato un discreto numero di catture in passato ma non posso certo dirmi esperto di wahoo, però qualche pezzo insieme lo posso mettere.

Dove stanno? Mare aperto ma mai molto al di fuori della piattaforma continentale: ovvero ci sono fintanto che il fondale è misurabile con l'eco, non stanno di solito sulle migliaia di metri, salvo in prossimità di zone meno profonde.
A Cuba per esempio li ho presi sopra 1200 metri di acqua, ma solo qualche decina fuori dalla corrispondenza del dropoff dei 50 metri, quindi quasi "stucture oriented", da non prendere in senso letterale ovviamente.
In prossimità di relitti galleggianti, boe o meglio ancora delle cosiddette "weedlines", ma non così vicino come le lampughe... diciamo che si aggirano e pattugliano le acque nei pressi anche a una certa distanza sia in orizzontale che verticale.
E ovviamente presso le schools di foraggio, bonitos e piccole lampughe in primis.
Nelle giuste zone si avvicina anche a tiro di lancio da riva.


A jig capitano spessisimo in caduta, caliamo in nostro artificiale a all'improvviso non va più giù... qualcuno ha tagliato al volo.
Altrimenti in recupero veloce, a volte anche quando ritiriamo velocemente solo di mulinello per rifare la calata; i colori dei jig con cui li ho presi di solito sono stati prevalentemente quelli chiari e riflettenti, ma considerato quanto poco si usino i jig scuri non è che posso definirla una scelta ponderata.
Volessimo mai fare una pesca dedicata direi che il cavo d'acciaio e l'assist metallico sono obbligatori.


Topwater mi sono capitati solo sui pencil recuperati rapidi, molto pochi in realtà, ma dopotutto quando mai lanciamo in open water con un po' di costanza? Immagino cha anche degli stick piuttosto filanti offrano delle buone opportunità, come pure un popper allungato nuotatore. Unica differenza, se il recupero del pencil piuttosto regolare come velocità permette loro di centrare l'esca senza anticiparla e tagliare, quando siamo fortunati, il recupero variabile degli stick è un invito allo scippo. Come altri dentuti da corsa anche il wahoo tende a tagliare le prede a metà, privarle della coda e poi tornare per quello che resta.

 

Come colori la bibliografia del trainista parla di tinte scure, mix di viola, rosso e nero, ma io ho preso anche col bianco... tutto da provare per chi vuole sperimentare seriamente.


Ultimo e non ultimo, anzi, lanciare con vistosi spoon e metal jig riflettenti, oppure minnow da pelagici tipo lo Shibuki di Tacke House o il Pin Tail tune di Jackson, specie se ci siamo resi conto che sono in zona, vuoi perchè l'amico trainista ne sta recuperando uno, vuoi perchè si sono fatti notare per un paio di tagli sul jig poco sottobarca.
Questo ultimo della carrellata è uscito appunto lanciando uno Spanyid Raider da 120 grammi vicino alla preda incannata dall'amico con un kona durante un trasferimento maldiviano:


Il bello poi saranno le fughe velocissime, di quelle da bobina incandescente, sempre se non l'avremo agganciato su un'attrezzatura troppo pesante. E' un pesce di corsa, non di resistenza, piuttosto facile da pompare dato che non ha grosse masse da opporre alla corrente. Poi, una volta in barca, occhio ai piedi... quelle fauci possono fare danni molto seri. Quando lo volessimo rilasciare, meglio farlo fare alla guida col pesce in acqua per metà, testa sollevata e pinza luuunga ad afferrare l'amo per sganciarlo al volo.
A voi tutti la palla... sotto qualche lure di ispirazione wahoo-iana creato da me :D




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