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martedì 15 maggio 2012

STICKBAIT... DO NOTHING

Avete mai visto danzare un GT-gamma sulla superficie manovrato da mani esperte? Bellissimo, viene voglia di attaccarlo noi stessi, esca fenomenale, cara senza dubbio, ma estremamente attirante per la sua mobilità e capacità di alzare i pesci grossi.
Eppure c'è un altro aspetto della pesca a stick al lato opposto dello spettro, un lato poco conosciuto e poco applicato da molti pescatori tropicali. Per similitudine potremmo definirlo "do nothing", un po' a riferimento di quella particolare tecnica di recupero creata alcuni decenni fa per la pesca ai black bass inattivi; in soldoni si trattava in origine di recuperare un vermino di gomma dritto, il famoso slider worm, dalle ridottissime vibrazioni in maniera lenta e senza alcun gioco di canna.
Trasportato il tutto in ambito salino e con la giusta scelta di esca, il giochino paga spesso anche nel nuovo ambiente quando l'attività è zero e i pesci sembrano inchiodati; in poche parole prendiamo il nostro stick affondante, e vedremo poi quale, lo lanciamo verso lo spot che ci piace, lasciamo affondare fino alla quota per noi ideale e iniziamo un lento recupero di mulinello a canna bassa, i pesci si incaricheranno di fare il resto.

Quali stick usare? Per restare in casa Carpenter, la mente vulcanica di Konishi-san ha creato il Pandora proprio per questo tipo di utilizzo; esca non facile da trovare sul mercato ma artefice di catture di notevole mole e che risolve situazioni intricate:


Altro? Ci sono vari stick sul mercato che si possono adattare, l'importante è che affondino e abbiano un movimento di  wobble & roll non troppo accentuato; noi ci siamo trovati bene col Volador di Mangrove Studio, con alcune misure di Bigfoot di Orion, coi surfish della Nature Boys e con alcune creazioni artigianali.


Non ci sono particolari accorgimenti di attrezzatura da adottare, anche se forse un trecciato e un terminale più sottili aiutano a mantenere una maggiore profondità di lavoro. Un consiglio che mi sento di dare è di mantenere la concentrazione, le abboccate arrivano inaspettate e talvolta molto violente, non è remoto il rischio di farsi strappare la canna di mano se ci siamo leggermente "assopiti".

Altra cosa interessante è che l'approccio sembra lavorare bene anche col tonno in situazioni di fine mangianza; molto spesso il nostro gigante non presta attenzione a stick troppo scodinzolanti, mica sempre, siamo chiari, per lasciarsi invece tentare da simulacri che vengono via dritti come un fuso e che a noi possono sembrare affatto convincenti... ma tant'è, quelli che devono abboccare sono loro, mica noi!

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